Inno al Nilo
 
Lode a te, o Nilo, che esci dalla terra e giungi a sostentare l’Egitto: di natura misteriosa, tenebra di giorno.

Tu che irrighi le campagne; tu che Ra ha creato per sostentare tutto il bestiame. Tu che bagni il deserto, che è lontano dall’acqua; la sua rugiada è acqua che cade dal cielo.

 

Ercole e i buoi di Gerione

Anche la decima fatica di Ercole fu molto movimentata: si trattava di andare a prendere i rossi buoi del gigante Gerione che faceva custodire nell'isola di Eritia.

Questo gigante aveva tre corpi che si riunivano alla cintura, e due grandi ali; l'isola in cui aveva dimora era oltre i confini della terra, al di là  dell'oceano: si trovava infatti oltre lo stretto di Gibilterra, che per gli antichi segnava il termine del mondo conosciuto.

Eracle si mise in viaggio e, giunto sulle rive dell'oceano rimase perplesso non sapendo come attraversarlo. Ma Elios, il Sole, gli prestò la sua barca d'oro, con la quale l'eroe potè raggiungere l'isola Eritia. 

I buoi erano custoditi dal pastore Eurizione e da un cane a due teste, che presto caddero sotto la mazza di Ercole. Accorse allora lo stesso Gerione, ma non incontrò miglior sorte, così l'eroe potè imbarcare i suoi buoi e prendere la via del ritorno. 

Giunto allo stretto di Gibilterra, vi eresse due colonne che presero il suo nome, per indicare il confine delle terre. Restituì poi la barca d'oro al Sole e, attraverso la Spagna, la Gallia e l'Italia, tornò a Tirinto, dove consegnò i buoi  a Euristeo, che li sacrificò a Era. 


Undicesima impresa: I pomi delle Esperidi
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