Imhotep |
La tradizione volle vedere in Imhotep l'uomo più sapiente e saggio del suo tempo. Gli venne così attribuita la paternità di alcuni libri e, a partire dal II millennio a. C., venne considerato il patrono della potente casta degli scribi, i quali prima di iniziare a scrivere versavano in suo onore alcune gocce d'acqua nella loro ciotola. Tuttavia, non fu per la costruzione della piramide e neppure per la sua fama di saggezza che Imhotep venne elevato al rango degli dèi e ritenuto il "Figlio di Ptah" (divinità che proteggeva gli artigiani e gli artisti) e nume protettore dell'intera comunità urbana di Menfi. In seguito gli venne anche attribuito un culto in qualità di dio guaritore. Lo storico Manetone, a questo proposito, scrive (nel III secolo a.C.) che Imhotep venne associato dagli egiziani ad Asclepio, il dio greco della medicina e delle guarigioni miracolose. La sua cappella cultuale, a Saqqara, era una sorta di sanatorio cui convenivano malati da tutto il paese. Questi si recavano a dormire nei pressi della cappella, e il dio si manifestava mediante la pratica rituale detta incubazione: Imhotep appariva in sogno, rivelando i modi, i riti di espiazione e i tempi della guarigione.
La sua tomba è ancora ignota ma molti archeologi pensano che essa possa trovarsi proprio nei pressi del suo tempietto di Saqqara. La sua futura scoperta potrebbe rappresentare una delle più grandi conquiste dell'egittologia.