Inno al Nilo
 
Lode a te, o Nilo, che esci dalla terra e giungi a sostentare l’Egitto: di natura misteriosa, tenebra di giorno.

Tu che irrighi le campagne; tu che Ra ha creato per sostentare tutto il bestiame. Tu che bagni il deserto, che è lontano dall’acqua; la sua rugiada è acqua che cade dal cielo.

 

Casi controllati suggerirebbero l’ipotesi della reincarnazione

Da moltissimi anni solcando il mondo intero, il Prof. Stevenson va alla ricerca di individui che affermano di aver avuto una vita anteriore e ne forniscono ricordi e testimonianze. Lui stesso studia personalmente molti casi, facendo indagini precise per verificare in modo inequivocabile tutti i particolari e le circostanze riferite.

Sono 1600 i casi di cui si è occupato il Prof. Stevenson, il quale però, nonostante la mole di notizie, non asserisce perentoriamente: “La reincarnazione è un fatto reale”, perché è uno scienziato e vuole procedere come tale, escludendo qualunque conclusione dettata dai sentimenti ma non perfettamente verificabile. Si limita perciò a suggerire “l’ipotesi”. E l’ipotesi ci porta prima di tutto in Germania e in Libano.

In Germania viveva George Midhart, nato a Monaco nel 1897 e morto nel 1966. Questo tedesco, persona molto tranquilla ed equilibrata, in seguito ad trauma psichico (nel 1920 la moglie ed il figlio piccolo perdono la vita in un incidente), viene assalito da strani e singolari “ricordi”; vede svolgersi la scena di una commedia come se ne fosse l’attore. Ricorda una vita anteriore, il nome che portava, quello del castello dove abitava (Weissestein). Man mano che questi ricordi affiorano alla sua mente egli li annota e li confida ad uno storico. Ne viene fuori la storia, ambientata nel XII secolo, di un barone un po’ pazzo un po’ bandito che viveva arroccato nel suo castello-fortezza, dalle cui mura dominava una strada molto importante per il traffico ed il commercio dei minerali e che venne ucciso durante un assalto al castello stesso. Ebbene, il personaggio e la vicenda appartengono e corrispondono a dati storici reali in tutto e per tutto. E’ stato identificato anche il castello (ormai in rovina) e ne è stata ritrovata anche la sua entrata segreta e sotterranea che Midhart aveva schizzato in un disegno, che si rivelò perfettamente corrispondente alla realtà.

Altri casi interessanti 

In un villaggio del Libano invece, c’è un ragazzino che sta andando a passeggio con la nonna. Improvvisamente il ragazzino corre verso uno sconosciuto e lo abbraccia. “Mi conosci?” chiede stupito l’uomo, “Si” risponde il bambino, “eri il nostro vicino di casa”.

Questo piccolo libanese, Imad Elawar, nato nel 1958, non appena in grado di balbettare le prime parole, cominciò a fornire dettagli precisi riguardo una sua vita anteriore della quale conservava molti ricordi.

Un’indagine rigorosa condotta sul posto personalmente da Stevenson, stabilì senza possibilità di dubbio che 57 delle 60 affermazioni del ragazzino corrispondevano esattamente a dati sulla vita di un uomo morto nel 1949 e del quale la famiglia di Imad ignorava totalmente l’esistenza.

Le molte testimonianze come queste ripropongono il grande interrogativo: può l’uomo avere vite successive? Quell’elemento indipendente dal fisico, l’anima secondo la definizione più diffusa, può rinascere dopo la morte all’interno di un altro corpo?

L’ipotesi, secondo il Prof. Stevenson, consentirebbe di spiegare oltre ai fenomeni citati, varie fobie e anomalie di comportamento diversamente inspiegabili, per esempio casi di bambini di famiglie disagiate che si rivelano intenditori di liquori o di buoni sigari. Non solo, ma risolverebbe anche altri grossi enigmi che gli studiosi di genetica non riescono a chiarire e cioè vere e proprie anomalie fisiche.

Vi sono state diverse interviste che hanno preso come epicentro il Professor Stevenson e da una di esse in particolare sentiamo fin dove si può arrivare con le ipotesi, in questo campo solo apparentemente fantastico.

Stevenson ha cominciato con lo studio della medicina psicomatica tradizionale. Poi dopo aver studiato gli effetti della droga sui livelli di coscienza e dopo aver analizzato i risultati della psicoterapia su varie malattie mentali, si è sentito sempre più insoddisfatto delle attuali teorie sulla personalità. Non lo convinceva affatto l’idea che solo la genetica e le influenze ambientali potessero spiegare la formazione della personalità umana.

Stevenson ha allora pensato che forse la parapsicologia avrebbe potuto portare un diverso contributo, anzi, una nuova dimensione allo studio della personalità dell’uomo e per questo ha letto tutto ciò che era stato scritto in proposito, finchè non si è imbattuto nella reincarnazione.

La reincarnazione

Un modo per comprendere comportamenti e paure difficilmente spiegabili.

Pur avendo studiato ben 1600 casi sulla reincarnazione, non ci sono precise manifestazioni che lo hanno colpito in modo speciale, tutto dipende infatti dai molti elementi che contribuiscono a formare un caso.

Ma sicuramente certe fobie sono ben difficilmente spiegabili in altro modo; c’è infatti il caso di una bambina affetta da fobia dell’acqua, mentre nessuno dei membri della sua famiglia ne è afflitto e nessuno ricorda che la piccola abbia mai subito un trauma di qualunque tipo che possa averla provocata.

Un giorno casualmente la bimba rivela che in una sua vita precedente è morta annegata.

Possiamo scartare l’ipotesi che la piccola abbia fatto questa affermazione per compiacere il Prof. Stevenson avendo captato il suo desiderio inconscio di ricevere una risposta di questo tipo pechè questo comportamento si potrebbe riscontrare in un adulto e non in una bambina di due anni. Del resto la bimba ha fornito altri particolari riguardo alla vicenda, ha fornito i nomi dei genitori, degli amici, del villaggio in cui viveva prima e tutte queste notizie sono state ritrovate e risultano assolutamente esatte.

Un altro caso di cui il Prof. Stevenson ci fa partecipi risale al 1961.

La fondazione di Parapsicologia lo aveva invitato ad indagare su una giovane indù di nome Mishra.

Quando la bimba aveva all’incirca tre anni, il padre l’aveva portata con se a far visita ai parenti in una città vicina.

Durante il viaggio di ritorno fecero sosta in un’altra città, Katni, situata circa a 100 km da quella dove la famiglia abitava. I due sedevano in un ristorante davanti ad una tazza di tè e la bimba inaspettatamente disse: “Com’è cattivo! Perché non andiamo a casa dove fanno un tè squisito?” “Quale casa?” domandò il padre stupito, ma poi si distrasse e non domandò altro e i due ritornarono al loro villaggio senza più pensare a quella fantomatica casa. Mishra tuttavia di tanto in tanto riferiva altri dettagli relativi ad essa e due anni dopo circa, altrettanto inaspettatamente propose alla madre di guardarla danzare. La madre acconsentì e Mishra iniziò una danza completamente diversa da quella praticata da sempre nel villaggio, del tutto estranea alle consuetudini e tradizioni locali.

Cantò anche in un dialetto indiano assolutamente sconosciuto in quel luogo.

Nel corso dei sette anni successivi a questo episodio la ragazzina continuò a riferire singolari informazioni ed infine si è scoperto che ella ricordava ben due vite anteriori: una vissuta a Katni, la città dove aveva sostato con il padre anni prima (aveva molti ricordi della città, il suo nome, il nome dei genitori, gli avvenimenti a cui aveva assistito e partecipato e come era morta laggiù, in un incidente stradale).

Ricordava anche un’altra vita vissuta dopo questa.

La reincarnazione di un uomo che era stato ucciso
Un altro caso esaminato dal dottor Ian Stevenson.

Come ho già detto, il dottor Ian Stevenson è il principale esperto mondiale in fatto di reincarnazione, uno specialista nelle indagini su casi di bambini che sembrano ricordare vite precedenti.

Particolarmente impressionanti sono quei casi in cui il bambino nasce con delle voglie apparentemente ereditate dalla sua esistenza passata.

Una delle vicende più drammatiche studiate dal dottor Stevenson è quella di Ravi Shankar, nato a Kanauj, nello stato indiano dell’Uttar Pradesh, nel 1951.

Fin dalla prima infanzia, Ravi sostenne di essere in realtà figlio di un uomo di nome Jageshwar, un barbiere che abitava in una regione vicina. Affermava inoltre di essere stato ucciso.

L’attuale suo padre non credeva una sola parola di tutto questo e cominciò a picchiarlo per fargli smettere di dire assurdità del genere, ma le percosse non ebbero l’effetto di sopprimere i ricordi di Ravi, e più gli anni passavano più egli diventava ossessionato dalle reminescenze della sua esistenza passata. Per di più sviluppò la strana allucinazione che gli assassini che lo uccisero nella sua vita precedente stessero ancora attentando alla sua incolumità.

Anche se l’intera storia appariva fantastica, Ravi era nato, in effetti, segnato da una strana riga: un segno ininterrotto, lungo cinque centimetri, sotto il mento che faceva pensare a una ferita da arma da taglio.

Alla fine i ricordi e l’ossessione di Ravi furono fatti risalire a un omicidio che era avvenuto in quella regione sei mesi prima della sua nascita. Il 19 luglio 1951 il giovane figlio di Jageshwar Prasad, un barbiere del posto, era stato assassinato e decapitato da due uomini. Essi, che erano parenti del barbiere, volevano ereditare la sua proprietà. Gli assassini furono arrestati, ma poi vennero rilasciati per un cavillo giuridico.

Quando Jageshwar Prasad venne a conoscenza di quanto Ravi andava sostenendo, decise di far visita alla sua famiglia per controllare di persona le sue affermazioni. Il barbiere conversò a lungo con Ravi, che gradatamente giunse a riconoscerlo come il padre della sua vita precedente. Ravi gli fornì perfino informazioni dettagliate sul suo assassinio, informazioni note soltanto a Jageshwar e alla polizia. E ancor oggi Ravi ha sotto il mento quel curioso segno che è ciò che rimane a testimonianza del suo omicidio.

 

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