Inno al Nilo
 
Lode a te, o Nilo, che esci dalla terra e giungi a sostentare l’Egitto: di natura misteriosa, tenebra di giorno.

Tu che irrighi le campagne; tu che Ra ha creato per sostentare tutto il bestiame. Tu che bagni il deserto, che è lontano dall’acqua; la sua rugiada è acqua che cade dal cielo.

 

I medici dell'antico Egitto

Circa 5000 anni fa, il capo medico assegnato alla tutela della salute degli addetti alla costruzione di un edificio del faraone, diagnosticò con precisione la morte, avvenuta per collasso cardiaco, di un nobile Visir che morì durante la visita del faraone alla costruzione che egli dirigeva. Il tutto documentato da una Stele funeraria del terzo millennio avanti Cristo eretta nella valle del Nilo. 

A quei tempi gli egizi già distinguevano nel cuore due funzioni, una spirituale e una anatomica, essi sapevano che il cuore era la sede della vita, e conoscevano la circolazione sanguigna. In occasione della mummificazione, il cuore riceveva le maggiori cure, perché nell'aldilà doveva testimoniare a favore del defunto e decretarne l'ingresso nell'isola dei beati. Il dio Anubi, infatti, munito di una bilancia lo accoglieva e dal suo peso dipendeva la decisione: il cuore veniva perciò mummificato a parte, chiuso in un vaso canopico, e al suo posto si collocava un amuleto, un grosso scarabeo sul quale veniva incisa un'iscrizione magica, chiamata formula del cuore.


Ma le meraviglie della medicina dell'Antico Egitto si basano principalmente sull'organizzazione del corpo medico, sull'efficacia degli interventi chirurgici, sull'invenzione e sull'adozione di vari strumenti e sui metodi terapeutici in uso. Sono otto i papiri da cui è possibile attingere notizie sulla medicina egizia, ma due sono quelli fondamentali: il papiro Ebers, di 110 colonne, che riporta una grande quantità di ricette, rimedi per moltissime malattie, prescrizioni igieniche e un intero trattato di fisiologia, e il papiro Edwin-Smith, che, oltre a 13 formule di medicina magica, contiene 48 paragrafi dedicati a diversi tipi di ferite e di fratture, ciascuna con le cure del caso, a cominciare dalla testa, come fanno i trattati moderni. purtroppo il papiro si interrompe alle ferite al torace. Tali papiri risalgono al 1900 a.C, circa.


Bisogna ricordare, poi, che la medicina era un'attività segreta: il titolo del papiro di Ebers è infatti Inizio del Libro Segreto del medico. Molte ricette venivano descritte con nomi immaginari quali " piuma della testa del dio Thot " con un linguaggio figurato che, specialmente nel caso delle piante utilizzate in erboristeria, conserva ancora oggi nomi singolari, quali 'dente di leone', " coda di cavallo", " morso del diavolo ", e così via. Lo scopo era quello di circondare di una grande riservatezza il mestiere del medico serio, diremmo del professionista scientificamente preparato, per distinguerlo dai ciarlatani, che pure esistevano, e da chi era autorizzato a praticare una sorta di medicina religiosa. 

L'organizzazione sanitaria dell'Antico Egitto,  ammetteva tre categorie di medici: i wabu , i medici stregoni e i sinu.

I Wabu erano sacerdoti della dea Sekhmet, i quali intervenivano in veste di intermediari tra il malato e la divinità in virtù dei loro poteri religiosi. 

Il medico stregone intercedeva non soltanto presso gli dei, ma sapeva anche controllare le forze occulte per ottenere la guarigione mediante gli incantesimi. Era l'erede del mago della tribù e la sua attività si basava sulla credenza popolare che attribuiva le malattie a fattori esterni al corpo umano. C'erano infine i veri medici, il cui segno era un vasetto e un coltello, perché essi sapevano somministrare pozioni ed effettuare interventi chirurgici.

I sinu imparavano da un medico già formato, spesso loro familiare, e completavano l'istruzione nelle scuole e nelle biblioteche, che di solito avevano sede nei templi.  Queste scuole, dette ' stagioni di vita ', erano specie di accademie, ove maestri e scribi confrontavano le loro esperienze e in cui gli apprendisti imparavano il mestiere segreto. 
 
Quasi tutti i Sinu erano ricchi e potenti. Una nave del faraone era a loro disposizione per il riposo e il diporto sul Nilo e regnanti stranieri compivano lunghi viaggi per ottenere le loro cure. I medici sinu svolgevano la loro attività secondo le varie specializzazioni: vi erano oculisti, dentisti, internisti e specialisti delle malattie sconosciute. Padroni di moltissime nozioni  chimiche essi impiegavano nelle terapie oltre 500 erbe  (ancora oggi usate dalla farmacopea ufficiale ), quali per esempio, la menta, la camomilla, la genziana, l'oppio, che venivano somministrate insieme al latte, miele, sale e altri alimenti base.

I sinu  praticavano con successo operazioni delicate, quali la tracheotomia e la trapanazione del cranio, inventarono il forcipe per i  parti, scalpelli, spatole e bisturi per interventi di ogni genere, i dentisti erano in grado di curare gli ascessi, la carie e di ricoprire i denti d'oro. Essi sapevano che le paralisi dipendevano dal deterioramento del sistema nervoso, in rapporto con il cervello; conoscevano il processo del concepimento e potevano prevedere ogni tipo di nascita.


I sinu erano in grado di accertare la fertilità di una donna, la sua eventuale gravidanza e, pare, di accertare perfino il sesso del nascituro. Per le affezioni bronchiali o respiratorie veniva consigliata l'inalazione di sostanze balsamiche; al lattante nervoso venivano somministrati semi di papavero. Un rimedio contro le varie infezioni esterne pare incredibile: era ottenuto dai germi di granaglie e di altre pianticelle messe a macerare nell'acqua; sono della stessa natura dei funghi dai quali sono estratti i nostri antibiotici. La serietà professionale dei medici sinu era proverbiale. Se la malattia era curabile, essi usavano la formula " io posso curare il tuo male "; se la prognosi era riservata, dicevano " io posso combattere contro il tuo male"; nei casi disperati ammettevano " io non posso nulla contro questo male".  A questo punto, probabilmente, veniva chiamato il medico stregone, nell' ultimo tentativo di strappare alla morte il malcapitato con gli esorcismi.

Il grado di efficienza raggiunto dalla medicina nell'Antico Egitto fu davvero sorprendente. Quando i faraoni fecero innalzare templi maestosi, i loro medici avevano già trovato i rimedi contro la maggior parte delle malattie ed effettuavano con successo delicati interventi chirurgici.


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