Si diceva che i druidi avessero la facoltà di prosciugare fiume e laghi, di far scaturire fonti dalle rocce, di far gemere le onde sulla spiaggia, di evocare la forza delle tempeste e dei venti. Avrebbero potuto anche provocare terremoti, far crollare le colline e scatenare mille altre catastrofi per terrorizzare i Celti, o ricorrere a vere e proprie magie.
I druidi erano visti come intermediari fra questo e l'altro mondo, a loro veniva riconosciuto il potere di decidere il destino umano. I neonati ricevevano il battesimo, di solito effettuato con l'imposizione di qualche segno, e da allora dovevano sottostare incondizionatamente alla religione.
I druiti avevano un ruolo fondamentale anche quando veniva fondata una città: sceglievano il luogo dopo aver consultato gli oracoli e le davano anche il nome. I Celti sottostavano agli obblighi che gli venivano imposti dai sacerdoti perchè volevano guadagnarsi l'immortalità e il paradiso. Essi ritenevano che l'anima, dopo la morte, se ne andasse in una terra situata a occidente della Gallia o nelle isole dell'Oceano.
All'altra sponda, dove si trova il paradiso, visibile a distanza grazie ad una grande torre trasparente, si arriva attraverso il mare su una barca di vetro. Ci sono praterie con alberi dai rami d'argento e dai frutti d'oro, i quali urtandosi producono un suono melodioso che fa dimenticare ogni male. Il vino e l'idromele scorrono sulla terra e la birra scende dal cielo, mentre i Celti non invecchiano mai. Sono sempre giovani.
I poteri dei druidi sono sicuramente stati ingigantiti dalla fantasia popolare ma è pur vero che essi possedevano una profonda conoscenza della natura, soprattutto in campo vegetale e questo li portava a fare uso di molte piante medicinali. Alcune di queste piante erano considerate sacre, come il tasso, il nocciolo e la quercia che rappresenta l'albero della vita, del bene e del male.Per i loro riti, i druidi, sceglievano radure all'interno dei boschi e da qui nacque la concezione dei "boschi sacri", i nemeton, da cui pare derivi la denominazione latina, nemus,che si ricollega a un famoso "bosco sacro" italiano quello di Nemi nel Lazio che poi è stato dedicato, dai Latini, a Diana come protettrice della natura.
Prima ancora, però, i sacerdoti avevano scelto per i loro incontri segreti i grandi complessi megalitici che si trovano disseminati in tutto il territorio occupato dai Celti: Carnac, Stonehenge, Visnech, ecc..ecc...
Secondo quanto scrive C.J Guyonvarc'h, questi luoghi erano ritenuti particolarmente ricchi di "potenziale e di energia sacra". Anche in Val d'Aosta e in Piemonte si è trovata traccia di luoghi sacri. Vicino a Torino, all'inizio della Val di Susa, c'è una radura delimitata da rocce: su una è inciso il volto di un personaggio cui la tradizione popolare ha dato il nome di Baffometto. Pare si tratti della raffigurazione del dio celtico del fuoco Taranis.
Articoli correlati: