Inno al Nilo
 
Lode a te, o Nilo, che esci dalla terra e giungi a sostentare l’Egitto: di natura misteriosa, tenebra di giorno.

Tu che irrighi le campagne; tu che Ra ha creato per sostentare tutto il bestiame. Tu che bagni il deserto, che è lontano dall’acqua; la sua rugiada è acqua che cade dal cielo.

 

La cultura Naqada

A sud di Dendara, sorge sul Nilo il piccolo villaggio di Naqada. In un arco di tempo compreso tra il 1894 e il 1897, gli archeologi inglesi Morgan e Flinders Petrie portarono alla luce proprio in questo luogo un sito di immensa importanza, che ha dato il suo nome alle culture della preistoria egiziana più recente, periodi di formazione di quella cultura storica che ha stupito il mondo per migliaia di anni. A Naqada l'uomo ha lasciato tracce della sua attività da 500.000 anni, come dimostrano asce e altri utensili risalenti al Paleolitico inferiore. Durante il periodo Naqada I (4000-3500 a.C.) sorsero insediamenti protourbani, situati soprattutto nella zona di Hieracompoli (Alto Egitto); venne introdotto l’uso del mattone crudo e dei forni per la ceramica; già si cuoceva il pane e si fabbricava la birra. La cultura Naqada II (3500-3300 a.C.) si estende a nord fino al delta del Nilo. L’avvento di una fase arida più acuta costrinse gli uomini a provvedere a sistemi di irrigazione per sviluppare l’agricoltura che vide l’introduzione dell’uso della vanga. Durante questo periodo si sono formati i caratteri artistici e religiosi, nonché anche istituzionali della società. Già le ceramiche della prima epoca di Naqada presentano numerose forme, e sono elegantemente concepite e decorate. Nelle necropoli di Naqada, tuttavia, non sono state ritrovate soltanto ceramiche, ma anche corpi mummificati naturalmente e i panni di lino che li avvolgevano o costituivano il corredo funerario.