Inno al Nilo
 
Lode a te, o Nilo, che esci dalla terra e giungi a sostentare l’Egitto: di natura misteriosa, tenebra di giorno.

Tu che irrighi le campagne; tu che Ra ha creato per sostentare tutto il bestiame. Tu che bagni il deserto, che è lontano dall’acqua; la sua rugiada è acqua che cade dal cielo.

 

Paride

>>...Dobbiamo occuparci adesso di questo giovane pastore, il quale si chiamava Paride ed era figlio di Priamo, re di Troia. Sebbene di stirpe reale, egli viveva esule fra i monti, in compagnia di pastori, perchè su lui gravava una vera maledizione. Bisogna infatti sapere che suo padre, figlio di quel Laomedonte che era stato ucciso da Eracle perchè non teneva mai fede alle sue promesse, era un sovrano assennato e tranquillo che desiderava solo il bene del suo popolo e la pace della sua città. Ma la sua giovane moglie, la regina Ecuba, poco dopo le nozze, aveva sognato che dal suo seno scaturiva una fiamma la quale incendiava e distruggeva la città di Troia; e gli indovini, subito consultati, avevano predetto che il suo prossimo figlio avrebbe causato la rovina della città prima di compiere il trentesimo anno.

Priamo atterrito, decise, d'accordo con Ecuba, di sacrificare il loro primo nato per il bene del loro popolo. E difatti, quando il bambino nacque, lo affidò a un pastore ingiungendogli di portarlo sul monte Ida e di abbandonarlo là perchè morisse di freddo e di fame. Il pastore obbedì, ma dal quel giorno non ebbe più pace, tanto i rimorzi lo tormentavano. Finchè, disperato, tornò sull'Ida per rintracciare il corpo del fanciullo e dargli almeno sepoltura. Con sua grande meraviglia lo trovò ancor vivo perchè, nel frattempo, un'orsa lo aveva accolto nel suo covo e nutrito col suo latte. Allora lo prese con sé, lo chiamò Paride e lo tenne come figlio.

Il giovane crebbe sano e sveglio: così sveglio che spesso i pastori suoi compagni si rivolgevano a lui per averne consiglio. Un giorno, mentre, al solito, stava facendo pascoalre il suo gregge sulle alture dell'Ida, vide avvicinarsi tre bellisisme dame magnificamente vestite le quali sorridendogli con molta amabilità, lo invitarono a dire quale di loro, a suo parere, fosse la più bella.

Come avete immaginato si trattava delle tre dee: Era, Atena, Afrodite. Poichè Paride, tutto stupito, indugiava a dare una risposta, Era ne approfittò per consegnargli la mela d'oro perchè la donasse alla prescelta e, frattanto, gli sussurrò che, se avesse scelto lei, sarebbe divenuto il più potente re dell'Asia.

Subito Atena, per non esser da meno, gli promise che, qualora il suo giudizio fosse stato per lei favorevole, gli avrebbe dato in contaccambio una profonda saggezza. Allora Afrodite, che fin allora era stata zitta, lasciò cadere, con una certa aria distratta, che, se avesse dato a lei la preziosa mela, avrebbe avuto in moglie, come compenso, la più bella donna del mondo.

Paride era sempre più perplesso e, fra la potenza, la saggezza e l'amore, non sapeva proprio cosa scegliere. Ma era giovane e solo, e infine scelse l'amore dichiarando che Afrodite era la più bella delle tre e le consegnò il pomo. La dea lo accolse felice, ma Era e Atena si allontanarono piene di corruccio e decise a vendicarsi.


continua.... Altre nozze principesche

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