Inno al Nilo
 
Lode a te, o Nilo, che esci dalla terra e giungi a sostentare l’Egitto: di natura misteriosa, tenebra di giorno.

Tu che irrighi le campagne; tu che Ra ha creato per sostentare tutto il bestiame. Tu che bagni il deserto, che è lontano dall’acqua; la sua rugiada è acqua che cade dal cielo.

 

Ponto e Oceano

Poseidone
Tra le divinità delle acque hanno una particolare importanza Ponto e Oceano. Ponto è la personificazione del mare in genere, generato da Gea al principio dei tempi; Oceano, invece appare in un secondo momento, quando i Greci si sono già fatta una concezione del mondo e immaginano la terra come un disco piatto tutto circondato da un fiume immenso, di cui il dio è appunto la personificazione. Ponto è più astratto; Oceano ha una personalità più definita; e più definito ancora sarà Posìdone, signore di tutte le acque, non più semplice personificazione, ma divinità che governa il suo regno secondo un ordine e una morale suoi propri. Si tratta insomma di tre divinità che vennero sostituendosi, acquistando caratteri sempre più precisi.

Tra i figli di Ponto il più importante fu Nereo, dio delle profondità marine, soprattutto per le cinquanta figlie, le Nereidi, avute dall'oceanina Doride. Erano cinquanta gentili divinità, alcune delle quali divennero protagoniste di miti e leggende molto popolari. La più nota è Tetide, la quale, sposatasi con un semplice mortale, Peleo, re della Tessaglia, fu madre dell''eroe Achille.

Oceano, il più anziano dei titani, sposò la titanessa Teti, e da loro, nacquero tremila divinità dei fiumi e tremila Oceanine. Sui fiumi i Greci immaginarono numerosissimi miti. Troppi da ricordare, tra i più celebri era quello del fiume Alfeo il cui dio si era invaghito della ninfa Aretusa. Questa non voleva saperne di lui e, per fuggirlo, si ritirò in un'isoletta nel porto di Siracusa pregando Artemide di trasformarla in fonte. Ma il fiume Alfeo volle raggiungerla ugualmente, sprofondò sotto terra e, dall'Elide, dove era, giunse in Sicilia per confondere le sue acque con quelle della fontana amata.

Divinità minori delle acque erano le figlie dei fiumi, le Naiadi, gentili genii che il popolo greco non considerava immortali pur dando loro una vita lunghissima e una continua giovinezza.