Ma anche gli uomini dovevano essere puniti per la loro arroganza. Zeus incaricò dunque Efesto, il fabbro divino, di modellare con della creta una fanciulla, che fu poi dotata di ogni bellezza da Afrodite e da Minerva aiutate dalle Ore e dalle Grazie. Quanto a Ermes, volle farle anche lui un dono, ma fu quello della falsità. Questa fanciulla, chiamata Pandòra, ossia "ricca di ogni dono", fu inviata a Epimèteo, il fratello di Promèteo, con un vaso in cui erano contenuti tutti i beni e tutti i mali.
Fino a quel momento gli uomini erano stati tutti maschi perchè Promèteo così li aveva modellati. Il malaccorto Epimèteo, dunque, vedendo arrivare quella dolce e bella fanciulla di cui non aveva mia visto l'eguale, se ne invaghì immediatamente e la fece sua sposa.
Nacquero così' le donne, ma quel che è peggio, Pandòra, non meno sventata del marito, aprì il suo magico vaso. Subito i mali ne traboccarono diffondendosi tra gli uomini, i beni si dissolsero invece in nebbia e nel vaso rimase solo l'ultimo di essi, la Speranza.
Narra il mito che l'inimicizia fra Zeus e gli uomini non finì per questo. Col tempo la razza umana divenne sempre più triste, gli uomini incominciarono a trucidarsi tra di loro con le guerre e si abbandonarono a delitti di ogni sorta. Zeus allora decise di sopprimerli annegandoli in un diluvio.
Ma Promèteo aveva un figlio, Deucalione, il quale aveva sposato la cugina Pirra, figlia di Epimèteo e di Pandòra. Deucalione fu dunque avvertito dal padre del disastro che minacciava l'umanità e si affrettò allora a costruirsi una nave nella quale entrò con la moglie non appena incominciarono a rovesciarsi dal cielo ondate di pioggia. Così Deucalione e Pirra sopravvissero, ma erano rimasti soli al mondo.
Si rivolsero allora alla dea Temi, la giustizia, chiedendo come dovevano comportarsi per far risorgere la razza umana, e la dea rispose:" Velatevi il volto e gettatevi alle spalle le ossa della grande ava!".
Deucalione capì che la grande ava doveva essere la terra, e le sue ossa le pietre. Si velò allora il volto, come gli era stato comandanto, imitato da Pirra, e i due sposi cominciarono a raccogliere pietre e a gettarsele dietro le spalle. Da quelle gettate da Deucalione sorsero nuovi uomini, da quelle di Pirra nuove donne. E una nuova razza umana popolò la terra.
*Zeus e le stirpi greche
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Inno al Nilo
Lode a te, o Nilo, che esci dalla terra e giungi a
sostentare l’Egitto: di natura misteriosa, tenebra di giorno.
Tu che irrighi le campagne; tu che Ra ha creato per sostentare tutto il bestiame. Tu che bagni il deserto, che è lontano dall’acqua; la sua rugiada è acqua che cade dal cielo.
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