Inno al Nilo
 
Lode a te, o Nilo, che esci dalla terra e giungi a sostentare l’Egitto: di natura misteriosa, tenebra di giorno.

Tu che irrighi le campagne; tu che Ra ha creato per sostentare tutto il bestiame. Tu che bagni il deserto, che è lontano dall’acqua; la sua rugiada è acqua che cade dal cielo.

 

Caratteri di Zeus

Tutti questi miti, tuttavia, non ci danno una idea precisa del carattere di Zeus. Ci fanno anzi pensare che il signore degli dèi, per i Greci, non avesse altro da fare che dar vita a dèi ed eroi sposando successivamente dee, ninfe e donne mortali a dispetto di una moglie ufficiale e gelosa.

In realtà non si può dire che Zeus abbia un carattere nettamente definito, ma è certo infinitamente più umano delle due grandi divinità che lo avevano preceduto, Urano e Crono, e che rappresentavano, evidentemente, dèi antichissimi il cui culto fu poi sopraffatto dal culto del nuovo dio.


In Zeus i Greci videro soprattutto l'espressione di una paternità solenne, severa e giusta. Gli dèi hanno per lui una profonda reverenza, quando egli aggrotta le folte sopracciglia tutti tremano; le stesse  forze della natura gli obbediscono, egli tutto guida e dirige, punisce le colpe e premia le virtù. Le sue ire sono terribili, ma non mai selvagge; lo sdegno, per quanto profondo, non gli fa mai perdere il controllo di sé.

La sua caratteristica fondamentale è una serenità interiore, detta appunto "olimpica" cioè propria dell'Olimpo, sede degli dèi, che rimane intatta anche nei momenti di più grave corruccio e gli permette di essere sempre giusto. Come dio celeste, egli è signore delle tempeste e delle folgori: un fascio di folgori è anzi la sua arma caratteristica e il suo emblema, così come l'aquila, uccello a lui sacro, è simbolo della sua potenza, della sua intelligenza, della sua maestà.

Ma quello che soprattutto rende umano questo dio è la sua consapevolezza di non essere onnipotente, di dover obbedire anche lui, al pari degli altri dèi e degli uomini, alle decisioni di una forza superiore e imperscrutabile, il Fato. I decreti del Fato sono spesso contrari ai suoi desideri: uomini a lui cari sono destinati a volte a una morte prematura, ed egli non può impedirlo; gli stessi suoi figli sono colpiti da sventure che egli non può evitare; e lui stesso dovrà un giorno perire perchè gli dèi della Grecia, per quanto chiamati immortali, dovranno cadere alla fine dei tempi, quando tutto si dissolverà e rimarrà solo il Fato, la legge assoluta.

Per questo è drammatico e significativo il suo contrasto con Promèteo. Il titanide rappresenta l'intelligenza generosa e insoddisfatta , l'aspirazione a mete irraggiungibili, il desiderio angosciato e ribelle di raggiungere  in qualche modo l'eterno. Zeus accetta i suoi limiti ed esplica con serenità la sua potenza pur sapendo che non è assoluta ed è destinata all'annientamento.

Tutto questo, naturalmente, non appare nei miti popolari, ma solo nelle interpretazioni dei grandi poeti e dei filosofi; ma dobbiamo tenere a mente queste considerazioni se vogliamo capire la mitologia greca.

 Fine  prima parte

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