L'immagine mostra il giudizio finale di Hu-Nefer, lo scriba reale, dinanzi a Osiride, dio dei morti |
I primi testi funerari a noi noti furono incisi in geroglifici sulle pareti interne delle piramidi dei re della V e VI dinastia del Regno Antico, e presero il nome di "testi delle piramidi". Nel primo periodo intermedio e nel Medio Regno fu d'uso farsi dipingere questi testi sui sarcofagi, pratica da cui deriva il nome di "testi dei sarcofagi". Nella XVIII dinastia essi vennero scritti su papiri, molti dei quali lunghi da 15 a 30 metri e con illustrazioni a colori, posti nei sarcofagi.
Il Libro dei Morti inizia con le formule che accompagnavano il bendaggio della mummia, mentre i sacerdoti mettevano i vari amuleti, che sarebbero serviti a proteggere il morto, in punti ben specifici.
"Tu hai il potere, Iside ! Tu conosci la magia ! Questo amuleto proteggerà quest'anima grandiosa. Allontanerà coloro che vorranno farle del male !"
( Formula 156 )
Quando la mummia era pronta si procedeva con il Rito dell'Apertura della Bocca toccando gli occhi, il naso, le labbra, le orecchie e le mani. Questa fase della sepoltura è ben rappresentata e conservata in alcune tombe reali e nobili ( vedi Tutankhamon ). Durante questo rituale la formula era pressappoco questa.
"La mia bocca è aperta ! La mia bocca è spaccata da Sciu con quella lancia di metallo che usava per aprire la bocca agli dei. Io sono il Potente. Siederò accanto a colei che sta nel grande respiro del cielo."
( Formula 23 )
Dopo altri vari passaggi, per il defunto era ora di presentarsi nella Sala del Giudizio.
"O cuore mio, non testimoniare contro di me ! Non essermi contro durante il Giudizio. Non essermi ostile in presenza di Colui che tiene la bilancia."
( Formula 30b )
Questa formula, incisa sul dorso di uno scarabeo e avvolto tra le bende della mummia, aiutava l'anima ad estrarre il cuore dal corpo e lo presentava agli dei.
Anubi, poneva il cuore su di una bilancia e lo pesava con la piuma di Maet mentre Thot aspettava con la penna in mano, che il cuore venisse giudicato per poi scrivere il verdetto. Se il cuore veniva giudicato colpevole il defunto sarebbe morto per la seconda volta senza nessun'altra possibilità di salvezza ma grazie alla protezione del Libro dei Morti questo non accadeva mai e Osiride avrebbe dichiarato l'anima di "voce sincera" e questa avrebbe raggiunto i suoi antenati nella Terra delle Canne.
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