Inno al Nilo
 
Lode a te, o Nilo, che esci dalla terra e giungi a sostentare l’Egitto: di natura misteriosa, tenebra di giorno.

Tu che irrighi le campagne; tu che Ra ha creato per sostentare tutto il bestiame. Tu che bagni il deserto, che è lontano dall’acqua; la sua rugiada è acqua che cade dal cielo.

 

La battaglia di Qadesh

Il faraone Ramesse II, nel 1285 a.C., affrontò nella città siriaca di Qadesh, il popolo ittita. Ci fu uno schieramento di circa sessantamila uomini tra Egizi e Ittiti. Il faraone attaccò con quattro divisioni di cinquemila uomini ciascuna.

fonte Wikipedia
 
Le divisioni rispodevano al nome di Amon, Ra, Ptah e Seth. E fu con questo esercito che egli arrivò fino al fiume Oronte. Tratti, però, in inganno da due soldati ittiti furono attaccati di sorpresa dal re ittita Muwatalli, e questa mossa inaspettata provocò scompiglio nelle file egizie mettendo in fuga molti soldati. Fu in questa confusione che Ramesse si ritrovò solo con la sua guardia personale. 

Secondo il *Poema di Pentaur ( Pentaur fu probabilmente uno scriba vissuto ai tempi di Merenptah, figlio e successore di Ramses), Ramesse attaccò da solo gli Ittiti e fu grazie al suo coraggio e al fatto di essere figlio del dio della guerra, Montu, che riuscì a salvarsi. 

Ma la realtà fu, tuttavia, un pochino diversa. Come sappiamo, infatti,  il faraone poteva contare sulle truppe di retroguardia e sull'arrivo della divisione Ptha. Il re Muwatalli si rese conto che Ramesse disponeva del grosso del suo esercito e chiese una tregua. Con questo atto gli egiziani considerarono la battaglia vinta, anche se gli ittiti, rifiutarono di riconoscerla. 

In ogni caso entrambi gli eserciti si ritirarono da Qadesh e, dopo alcuni anni, i due paesi firmarono un trattato di pace che poneva fine alle ostilità. 

 

fonte Wikipedia

Di seguito uno stralcio del contenuto del Poema di Pentaur.

 Inizio della vittoria del Re dell’Alto e del Basso Egitto Usermaatra,
Setepenra, figlio di Ra, [Ramesse], possa egli vivere eternamente!
(vittoria) che egli ha ottenuta nella terra di Kheta e di Naharina,
nella terra di Arzaua, in Pidasa, in Derden, nella terra di Mesa, nella
terra di Quarkesc, in Luka, (in) Karkemisc e in Qedi, (nella) terra di
Qadesc, nella terra di Ugarit e di Mescent.
 

Ecco, Sua Maestà era un signore giovane e bravo,
senza eguale nel valore,
forte di cuore e saldo di valore,
come Montu nella sua ora (di combattere).
Bello di forma come Aton, al veder la cui bellezza si gioisce,
grande di vittoria in tutti i paesi stranieri,
che non si conosce, quando prende a combattere;
solido muro che protegge i suoi soldati,
loro scudo il giorno del combattimento,
che va avanti e penetra nella moltitudine,
arciere senza pari, e forte contro i milioni radunati […]
il cui cuore è pieno della sua forza,
potente di animo nell’ora di colpire sull’istante, come il fuoco […].
Saldo di cuore come un toro,
spaventevole sul campo di battaglia sconosciuto.
Quando le terre sono riunite, non possono mille uomini reggere davanti a lui,
le centinaia di migliaia perdono le forze a vederlo,
il signore del terrore,
grande di ruggito nel cuore di tutte le terre,
grande di dignità,
[che fa strage] nel cuore degli stranieri,
come un leone selvaggio nella valle degli animali selvatici.
Che parte in valore e torna preceduto dalla festa,
senza esagerazione,
eccellente di piani, buono di precetti, che si trova nella sua prima risposta
che salva il suo esercito,
che riporta i suoi seguaci,
che libera il suo esercito,
essendo il suo cuore come una montagna di ferro,
il re […] Ramesse. 


Ecco, aveva preparato Sua Maestà il suo esercito, la sua cavalleria, gli Sciardan del bottino che aveva riportato Sua Maestà con la vittoria del suo valore, forniti di tutti i loro attrezzi di guerra, ed avevano formato schieramento di guerra. Si diresse Sua Maestà verso nord, ed erano con lui il suo esercito
e la sua cavalleria. Prese egli l’inizio della bella strada, marciando, nell’anno 5, nel secondo mese della stagione estiva, il giorno 9. Passò Sua Maestà la fortezza di Ciaru, essendo possente come Montu nella sue uscite. Tutte le terre straniere tremavano al suo cospetto, i loro grandi venivano coi loro tributi, tutti i ribelli venivano in umiliazione, per timore della potenza di Sua Maestà. Il suo esercito marciava nelle strettoie, essendo come chi cammina sulle strade d’Egitto. Ora, dopo che furono passati moti giorni, ecco che Sua Maestà era in Ramesse-meramon, la città che è nella Valle del Cedro. Marciò Sua Maestà verso nord e giunse alla collina Qadesc. Marciò in avanti Sua Maestà, come suo padre Montu signore di Tebe, e attraversò la corrente dell’Oronte con la prima armata di Ammone, possa egli dare la vittoria al re […] Ramesse. Arrivò Sua Maestà alla città. Ed ecco, il vile principe, il caduto di Kheta, aveva riunito a sé tutte le terre straniere, dai confini del mare alla terra di Kheta, che erano venute al completo, Naharina come Arzaua, Derden, Qesceqesc, Mesa, Pidassa, Aruna, Qarkesc, Luka, Qagiuaden, Karkemisc, Ugarit, Qedi, la terra di Nugas al completo, Muscianet, Qadesc. Non tralasciò nessuna terra straniera e ciò che aveva portato da ogni paese lontano; i suoi principi erano là con lui, ognuno con il suo esercito e la sua cavalleria estremamente numerosa, senza un numero eguale al loro. Essi coprivano i monti e le valli, erano come le cavallette nella loro grande quantità. Non aveva lasciato niente d’argento e d’oro nella sua terra, l’aveva spogliata di tutte le sue cose, e l’aveva date a tutte le terre straniere per portarle con sé a combattere. Ecco, il vile principe, il caduto di Kheta insieme ai numerosi paesi che erano con lui, stavano nascosti, pronti, a nord est della città di  Qadesc. Ecco, Sua Maestà era solo del tutto, non c’era nessuno con lui, l’armata di Ammone stava marciando dietro a lui, l’esercito di
Ra attraversava la corrente nei dintorni meridionali della città di Sciabtun, alla distanza di un iteru da dove era Sua Maestà. 

L’armata di Ptah era a sud della città di Irnam, l’armata di Sethmarciava per via. Aveva fatto Sua Maestà un primo schieramento con tutti i primi del suo esercito, mentre erano sulla costa della terra di Amor. Ecco, il vile principe, il caduto di Kheta, stava in mezzo all’esercito che era con lui, senza uscire a combattere a causa del terrore di Sua Maestà. Ecco, fece che andassero molti cavalieri, numerosissimi, come la sabbia, ed erano tre uomini per pariglia avevano fatto tre compagnie di ogni [armata] della terra dei vinti di Kheta, forniti di ogni arma da guerra. Ed ecco, li fece stare nascosti dietro Qadesc. Vennero fuori dalla parte sud di Qadesc, e irruppero in mezzo all’esercito di Ra, mentre (i soldati dell’esercito di Ra) marciavano ignari e non erano pronti alla battaglia. Si ritirarono l’esercito e la cavalleria di Sua Maestà davanti a loro. Ecco, Sua Maestà stava a nord di Qadesc sul lato orientale dell’Oronte; si venne a dirlo a Sua Maestà: si levò Sua Maestà come sua padre Montu, quando ebbe preso gli ornamenti di guerra. Si rivestì della sua corazza ed era come Baal nella sua ora (di combattere). La grande pariglia che portava Sua Maestà, il cui nome era Vittoria in tebe, della grande scuderia di Ramesse-Setepenra Meriamon, Sua Maestà (la) guidò in fretta e penetrò nell’esercito dei vinti di Kheta, mentre era solo del tutto, e non c’era un altro con lui. Andò Sua Maestà guardando dietro di sé e vide che lo accerchiavano duemilacinquecento pariglie, tagliandogli la strada con ogni guerriero (?) dei vinti di Kheta e delle terre numerose che erano lui, Arzaua, Mesa, Pidasa, (che venivano) da Qesceqesc, da Aruna, da Qagiuaden. Essi venivan da Aleppo, da Ugarit, da Qadesc, da Luka, ed erano in tre per cocchio e si erano radunati.

«Non c’è un principe con me, non c’è auriga,
non c’è un soldato di truppa, non un ufficiale.
Mi ha lasciato il mio esercito, la mia cavalleria è in ritirata davanti a loro,
non si è fermato uno di loro per combattere con quelli,
– disse Sua Maestà –.
«Che c’è dunque, o mio padre Ammone?
Forse che un padre si disinteressa del figlio?.....>>

  

Ma questa è solo una parte della storia raccontata.... 

 

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