Inno al Nilo
 
Lode a te, o Nilo, che esci dalla terra e giungi a sostentare l’Egitto: di natura misteriosa, tenebra di giorno.

Tu che irrighi le campagne; tu che Ra ha creato per sostentare tutto il bestiame. Tu che bagni il deserto, che è lontano dall’acqua; la sua rugiada è acqua che cade dal cielo.

 

Le prime imprese di Eracle

Eracle aveva diciassette o diciotto anni quando un terribile leone incominciò a fare stragi di armenti e di pastori sulle pendici del monte Citerone, a sud di Tebe. In quel tempo il giovane si trovava là, tra i pastori di Anfitrione, il quale, dopo la morte del musico Lino, aveva pensato bene di allontanare per qualche tempo dalla città quel ragazzo così impulsivo. E proprio in quei giorni aveva avuto un singolare incontro: gli erano apparse due dee, Eudaimonia, la felicità, e Aretè, la virtù, e gli avevano proposto di scegliere tra una vita felice ma ingloriosa e un'esistenza piena di fatiche e di pene ma ricca di gloria come nessun'altro: il cosiddetto episodio di Eracle al bivio. E l'eroe aveva preferito la gloria alla felicità.


Nessuna meraviglia, dunque, se l'eroe, appena sentì parlare del leone, credette suo dovere affrontarlo e abbatterlo. Dopo di che gli tolse la pelle e se ne fece una sorta di mantello che, con il cranio della belva, gli copriva anche la testa come un elmo. E da allora fu questo il suo tradizionale costume. Ma un'impresa più importante lo attendeva.

Tebe doveva pagare ogni anno un tributo di cento buoi a Ergino, re di Orcomeno, ed Eracle pensò che era tempo di porre fine a questa umiliante abitudine. Ebbe così inizio  fra Tebe e Orcomeno una guerra che si concluse con la vittoria di Tebe, tra le cui schiere combatteva l'eroe; ma il buon Anfitrione cadde combattendo. Il re di Tebe, Creonte, fu così contento di quella vittoria e così ammirato dal valore di Eracle che, per assicurarsene per sempre il sostegno, gli diede in moglie la propria figlia Megara. E, per qualche anno, i due sposi vissero felici.

Ma Era non aveva deposto il suo odio. e presto pose termine a quella felicità facendo uscire di senno l'eroe. Ossessionato da cupe visioni, Eracle cominciò a vedere nemici in tutti quelli che lo avvicinavano, e un giorno, in un accesso di furore, uccise la moglie e gettò nel fuoco i figli avuti da lei: rinsavì solo per trovarsi colpevole e infelice.


Prosegui la lettura del racconto...Le dodici fatiche di Eracle

Torna all'inizio della storia...La leggenda di Eracle