Fu Ermes, ad esempio, a liberare Ares che, come abbiamo accennato, era stato chiuso in un vaso di bronzo dai giganti Oto ed Efialte. A Pandora, come abbiamo visto, fece il dono della falsità e della scaltrezza, destinate a restare, dice il mito, tipiche doti femminili. Più volte l'astuto dio aiutò il padre Zeus a celare i suoi amori alla gelosa Era. E appare in molte leggende come messaggero di Zeus o per portare aiuto a eroi protetti dal padre degli dei.
Un mito popolare narrava che Zeus, un giorno, consegnò a Ermes un grande vaso pieno del liquore della menzogna ordinandogli di distribuirlo a tutti gli artigiani e i bottegai della Grecia, i quali, senza mentire, non avrebbero potuto esercitare il loro mestiere. Ermes obbedì e cominciò a mescere, ma fece male i suoi conti
e, quando giunse al calzolaio, che era rimasto ultimo, si accorse che gli era avanzata ancora una buona parte di liquore. Non sapendo che farne, gliela fece trangugiare tutta, e così si spiega, conclude il mito, come i calzolai siano i più bugiardi di tutti gli artigiani, o, per lo meno, lo fossero i calzolai dell'antica Grecia.
Un dio così spensierato e attivo non aveva certo tempo né voglia di dedicarsi agli amori; e infatti il mito ricorda assai poche avventure amorose di Ermes. Gli si attribuiscono però due figli importanti. La dea Afrodite gli avrebbe dato un singolare giovinetto dotato di bellezza femminile sebbene maschio, e fu chiamato Ermafrodito, con i nomi riuniti del padre e della madre. Gli scultori ellenistici si compiacquero spesso di rappresentarlo in belle statue. Una donna mortale non bene identificata gli diede invece il dio dei boschi Pan, singolare divinità dai piedi di capra di cui parleremo più avanti.
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