Si racconta che, nei tempi più remoti, Zeus si adirò grandemente con Afrodite, la quale non aveva ancora sposato Efesto, perchè questa dea si divertiva a farlo invaghire di donne mortali. In realtà ella non faceva che eseguire i voleri del Fato, il quale aveva stabilito che dal re degli dei dovessero discendere stirpi illustri; ma Zeus non si era ancora abituato a questa idea e, in fondo , si sentiva mortificato di dovere avere come spose delle semplici donne.
Un giorno, dunque, Zeus perse la pazienza e dichiarò che anche Afrodite sarebbe andata sposa a un mortale: suo marito sarebbe stato un pastore che viveva sulle pendici del monte Ida, in Asia Minore, nella regione di Troia: Anchise. Ad Afrodite non restò che rassegnarsi e, dopo che le Cariti, ossia le Grazie, l'ebbero avvolta in splendide vesti, si avviò verso l'Ida mentre un seguito di mansuete fiere le faceva scorta. Trovato Anchise , gli disse di essere una principessa della Frigia, figlia del re Otreo, e si dichiarò disposta a convolare a nozze con lui, cosa che il giovane pastore accettò con gioia. Quel matrimonio, però, non poteva durare a lungo. Presto la dea rivelò al marito chi ella fosse in realtà e, avendo ormai obbedito alla volontà di Zeus, lo lasciò per tornare sull'Olimpo. Prima di partire , però, lo avvertì che il loro figlio doveva essere chiamato Enea, ossia il "figlio della pena", perchè non era certo stato piacevole per lei avere come marito un mortale.
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