Inno al Nilo
 
Lode a te, o Nilo, che esci dalla terra e giungi a sostentare l’Egitto: di natura misteriosa, tenebra di giorno.

Tu che irrighi le campagne; tu che Ra ha creato per sostentare tutto il bestiame. Tu che bagni il deserto, che è lontano dall’acqua; la sua rugiada è acqua che cade dal cielo.

 

Divinità dell'oltretomba

La concezione dell'aldilà, per i Greci, era sostanzialmente negativa infatti le anime che vi giungevano vagavano tristemente nel rimpianto della vita terrena.

(Il ratto di Persefone, Luca Giordano)
 Nell’Ade, regno dei morti, le anime venivano accompagnate da Caronte, con la sua barca, fino alla riva opposta del fiume Acheronte, dove Cerbero, il temibile cane infernale, faceva la guardia per impedire alle anime di fuggire dall’oltretomba.

(Cerbero, il cane infernale a tre teste)

Divinità incontrastate dell’oltretomba, Ade e Persefone, regnano sul Tartaro o regno dei morti, l’ingresso principale si trova in un bosco di pioppi bianchi presso il fiume Oceano, per entrare le ombre devono essere munite di una moneta, che servirà a pagare Caronte, per il trasporto sulla sua barca, al di là dello Stige.
Le ombre prive di moneta debbono attendere in eterno sulla riva, a meno che non riescano a sfuggire a Ermete, la loro guida, introducendosi nel Tartaro da un ingresso secondario, come il Tenaro in Laconia o Aorno nella Tesprozia. Un cane con tre teste, chiamato Cerbero, monta la guardia sulla sponda opposta dello Stige, pronto a divorare i viventi che tentino di introdursi laggiù, o le ombre che tentino di fuggire.
Le ombre appena scese nel Tartaro vengono giudicate da Minosse, Radamante ed Eaco, in un punto dove tre strade si incrociano. Radamante giudica gli asiatici ed Eaco gli europei; i casi più difficili vengono sottoposti a Minosse. Al termine del giudizio le ombre vengono indirizzate lungo una delle tre strade: la prima conduce alla Prateria degli Asfodeli, dove si riuniscono coloro che non furono nè virtuosi nè malvagi; la seconda conduce al campo di punizione del Tartaro , destinata ai malvagi; la terza ai Campi Elisi destinati ai virtuosi.
I Campi Elisi, su cui impera Crono, sono un luogo di gioia, dove splende sempre il sole, non vi è mai gelo nè cade la neve, ma c’è svago e musica e lo ombre che vi si trovano possono decidere se rinascere e tornare sulla terra.
Ade non permette ad alcuno dei suoi sudditi di fuggire, e pochi di coloro che visitano il tartaro possono tornare vivi sulla terra per descriverlo. Per questo motivo Ade è il più odiato di tutti gli dei. Persefone sua sposa sa essere benigna e misericordiosa, essa è fedele ad Ade, ma non ha avuto figli e gli preferisce la compagnia di Ecate, dea delle streghe.
Altri personaggi che troviamo nell’oltretomba sono le Erinni o Furie, che vivono nell’Erebo e sono più vecchie di Zeus. Loro compito è, ascoltare le lagnanze mosse dai mortali contro l’insolenza dei giovani nei riguardi dei vecchi, dei figli nei riguardi dei genitori e così via… e punire tali crimini inseguendo senza posa i colpevoli.


Tre sono le Moire , di bianco vestite, che Erebo generò dalla notte, e rispondono al nome di Cloto, Lachesi e Atropo. Le Moire, che servono il regno dei morti, decidono della vita degli uomini, Cloto fila il filo e Lachesi lo misura, mentre Atropo lo recide con le forbici. Naturalmente ad un filo corto corrisponde una vita breve.