Inno al Nilo
 
Lode a te, o Nilo, che esci dalla terra e giungi a sostentare l’Egitto: di natura misteriosa, tenebra di giorno.

Tu che irrighi le campagne; tu che Ra ha creato per sostentare tutto il bestiame. Tu che bagni il deserto, che è lontano dall’acqua; la sua rugiada è acqua che cade dal cielo.

 

IL Soldato

Leggiamo in un antico papiro: "Vieni, che ti descriva la condizione del soldato, ricca di tormenti. Quando è poco più che un ragazzo, è preso e imprigionato in una caserma. È sottoposto a dure punizioni, messo giù e battuto come un papiro. Vieni, che ti descriva il suo viaggio in Siria e la sua marcia sulle colline. Il suo pane e la sua acqua stanno sulle sue spalle come la soma degli asini; beve acqua putrida e si ferma solo per fare la guardia. Quando arriva alla battaglia è come un uccello spennato e non c’è forza in tutto il suo corpo. Quando torna in Egitto è peggio di un bastone corroso dai vermi: è malato e deve essere trasportato a spalla". È tuttavia difficile che queste descrizioni corrispondano alla realtà: gli scribi tendevano infatti a dimostrare che la carriera militare era socialmente inferiore alla loro e nelle descrizioni che ne fanno non sono né teneri né obiettivi. Ben armati e organizzati, i soldati dovevano condurre una vita piuttosto faticosa e piena di rischi, ma, come testimoniano numerosi documenti (per lo più del Nuovo Regno), potevano contare su ricche ricompense e partecipare alla divisione del bottino di guerra; inoltre, quando si ritiravano dal servizio ottenevano spesso come ricompensa della terra da coltivare. Reclutati dagli scribi, vivevano in caserme dove venivano addestrati alle tecniche di attacco e di difesa, a fabbricare e a mantenere efficienti le armi, a seguire puntigliosamente gli ordini. In guerra l’esito vittorioso dipendeva dalla disciplina e dall’addestramento, perché ogni battaglia si risolveva in grandi scontri in cui lo schieramento e la velocità di manovra potevano avere la meglio sul numero delle truppe avversarie