Inno al Nilo
 
Lode a te, o Nilo, che esci dalla terra e giungi a sostentare l’Egitto: di natura misteriosa, tenebra di giorno.

Tu che irrighi le campagne; tu che Ra ha creato per sostentare tutto il bestiame. Tu che bagni il deserto, che è lontano dall’acqua; la sua rugiada è acqua che cade dal cielo.

 

Amenofi IV Akhenaton

Alla metà della XVIII dinastia il principe Tutmosi, figlio maggiore di re Amenofi III e della regina Tiye, morì inaspettatamente, facendo salire alla ribalta il fratello più giovane, Amenofi. Della vita di questo principe sappiamo poco: visse a lungo a Menfi ed ebbe come amico e consigliere il fratello della madre, Eie. Per quattro anni regnò in coreggenza con il padre Amenofi III, il primo sovrano ad aver decisamente promosso il culto di Aton, il dio solare di Eliopoli, raffigurato sul terzo pilastro del tempio di Karnak come un falco con un disco a forma di sole sul capo. Quando divenne re, Amenofi aveva già sposato la principessa Nefertiti, da alcuni studiosi ritenuta straniera, da altri addirittura la figlia di Eie e di sua moglie Teie. Idealista e insofferente nei confronti del clero di Tebe, il giovane re rivelò apertamente la propria avversione per le tradizioni egizie; nel quarto o nel quinto anno del suo regno, ripudiò Amon, disponendo che tutte le sue effigi venissero distrutte, e proclamò Aton unico dio supremo; tollerò la presenza di altre divinità solo se considerate come manifestazioni dello stesso Aton. Inoltre, nel sesto anno del suo regno, dispose lo spostamento della capitale da Tebe a Tell el-Amarna, località che assunse la nuova denominazione di Akhetaton. Qui Aton era raffigurato a forma di sole con raggi terminanti in mani, sulle quali appaiono i simboli geroglifici della vita e del potere. Questa immagine viene spesso descritta come "disco del sole", ma le iscrizioni fanno chiaramente capire che Aton era considerato dal re come la forza creatrice dell’universo, manifestata dal sole. Il dio non aveva un’immagine propria. Ma i tempi non erano maturi per un’abolizione del potere teocratico, tanto più che il clero di Amon vantava ancora una tale potenza da potersi permettere di opporsi perfino al faraone. Quando poi cominciò a divenire chiaro che il marcato disinteresse di Akhenaton per la politica estera aveva gravemente compromesso la situazione delle province più periferiche, i sacerdoti di Amon abbandonarono ogni esitazione e tornarono a prendere il sopravvento, imponendo al sovrano un progressivo e inarrestabile cambiamento di rotta. Amenofi morì nel suo diciassettesimo anno di regno.


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