Inno al Nilo
 
Lode a te, o Nilo, che esci dalla terra e giungi a sostentare l’Egitto: di natura misteriosa, tenebra di giorno.

Tu che irrighi le campagne; tu che Ra ha creato per sostentare tutto il bestiame. Tu che bagni il deserto, che è lontano dall’acqua; la sua rugiada è acqua che cade dal cielo.

 

Le Sirene: il mito

In tutta la mitologia mediterranea troviamo accenni alle sirene. Dall'antichità si raccontano varie storie, esseri usciti dalle acque del mare per sedurre i naviganti e trascinarli con sè, il loro canto li attirava, facendogli dimenticare mogli e figli e portandoli a naufragare tra gli scogli. 

Anche Ulisse, come molti si ricorderanno, rischiò di soccombere al fascino delle sirene, ma i preziosi consigli della maga Circe lo salvarono. Egli non voleva perdersi un concerto così raro, quindi chiese ai suoi uomini di legarlo all'albero della nave, mentre essi si turavano  le orecchie con la cera per non cadere vittime del sortilegio. 

E le sirene iniziarono il loro canto. Ulisse era stregato, urlava ai suoi amici di liberarlo ma i marinai lo assicuravano ancora più saldamente alle funi. 

Omero nella sua opera parla di due sirene, ma sembra che in effetti esse fossero tre. Erano ritenute figlie del fiume Acheloo  e di Mnemosine, oppure di Tersicore o di Calliope. Si chiamavano Leucosia, Ligea e Partenope. La prima sirena leggeva i testi, la seconda suonava il flauto e la terza la lira. 


Le Sirene compaiono anche nel racconto degli Argonauti e nel ratto di Persefone, e vengono ricordate come donne-uccello e non come donne del mare. Sembra che, nel tempo, ci sia stata una metamorfosi ma non ci sono dati sicuri. Si ipotizza che nei secoli successivi gli scrittori abbiano fatto confluire in un'unica narrazione i miti dedicati alle sirene e quelli dedicati alle nereidi. 

Le Nereidi erano figlie dell' oceanina Doride e di Nereo, secondo la leggenda si trattava di ninfe del mare , amiche di naviganti.  Esse vengono descritte anche da Ovidio che scrive:" Le si vede nuotare, in parte siedono sugli scogli dove fanno asciugare i lordo verdi capelli, mentre altre corrono sulle onde portate dai pesci" (La Metamorfosi).

Anche Plinio scrive: " La conformazione delle nereidi, non è immaginaria. Hanno squame che rendono i loro corpi irti, anche dove esse mantengono forma umana. Una nereide è stata effettivamente rinvenuta e, mentre agonizzava, gli abitanti della costa hanno inteso in lontananza il suo lugubre canto...Illustri personaggi, cavalieri romani, mi hanno confermato di aver visto nel'oceano di Cadice un essere marino a bordo delle navi; la parte dove egli sedeva subito sprofondava o l'imbarcazione addirittura colava a picco se l'essere vi si tratteneva a lungo". 


La dimora delle sirene della mitologia ellenica era il Mediterraneo, con preferenza per le coste meridionali italiane. Da alcune leggende di Modica, in provincia di Ragusa, si apprende che  "la sirena vive tutto l'anno in fondo al mare, in una grotta tappezzata con perle e diamanti, ma nella notte tra il 24 e il 25 gennaio, sale in superficie e canta, predicendo anche l'avvenire a chi voglia ascoltarla". 

Innumerevoli sono le leggende che riguardano le sirene e nel tempo si diffondono un po' ovunque in Europa. Esse sembrano dimorare in una dimensione fantastica, nascere e svilupparsi dalla fantasia dei popoli la cui vita è strettamente connessa al mare.

Ma siamo sicuri che sia solo fantasia? 

Tra le prime cronache che ci parlano delle sirene come creature uscite dal mito per entrare nella realtà, troviamo le relazioni riferite all'odissea di San Brandano, un abate di un monastero scozzese che avrebbe compiuto un favoloso viaggio descritto nella Navigatio di Sancti Brendani. In quest'opera si legge che il santo scorse un gruppo di sirene al largo di Guernesey, e che impartì loro il battesimo. 

In tempi più vicini ai nostri, nel 1870, sembra ci sia stato un avvistamento sul litorale di Tréguier, e nel 1897, nello stretto dell'isola di Sein. Scrittori di tutti i tempi hanno parlato delle sirene. Descritte in vario modo e raffigurate in modi diversi. 

Jean Merien nella sua opera Légendaire de la mer, riferisce questa testimonianza che risale al 1869 ed è ambientata nelle vicinanze delle Bahama:" Il 31 marzo scorso, alle otto del mattino, i sei uomini che formavano l'equipaggio della nave stavano dirigendosi in canotto verso una baia per pescare, quando videro apparire, a pochi metri dalla loro imbarcazione, una donna che, con il busto emerso dall'acqua, nuotava e quindi si dileguava. 

La sorpresa e il timore che colsero i marinai sono indescrivibili. Essi si arrestarono e attesero le nuove evoluzioni della donna del mare, prima di prendere una decisione. Costei, per nulla intimidita, spuntò da sotto il canotto e i marinai poterono rendersi conto della sua conformazione perfetta. 

Era una sirena di grande bellezza, per nulla inferiore alle donne più seducenti. I capelli blu ondeggiavano sulle sue spalle, le sue mani erano biforcute ed essa esprimeva la sua sorpresa alla vista degli uomini emettendo gridolini acuti. La parte inferiore del corpo, che si distingueva in trasparenza, terminava con una coda larga e forcuta". 

Il racconto continua e continua anche la leggenda nel corso dei secoli. Avvistamenti, in varie parti del mondo, descrizioni di creature bellissime che emergono dai flutti del mare. Alcuni studiosi però affermano che sia da attribuire a un abbaglio dei navigatori che avrebbero, cioè, scambiato per creature femminili mammiferi acquatici dal corpo fusiforme appartenenti al gruppo dei sirenidi, i dugonghi. Questi animali, emettendo un suono che pare un gemito, potrebbero aver contribuito a mantenere viva la favola del melodioso canto delle sirene. 

Può darsi che sia così, ma può darsi anche no...é più bello pensare e immaginare che negli abissi insondabili del mare, vivano creature dolci, bellissime e irragiungibili, evadendo in un mondo fiabesco.

 

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