La più bella delle città greche, Atene, riconosceva in Atena la sua protettrice, ne portava il nome e le dedicava un culto speciale. Si racconta che anche il dio del mare, Posìdone, avrebbe voluto essere scelto dagli Ateniesi come protettore della loro città, e, poichè nessuna delle due divinità voleva rinunciare a quell'onore, fu stabilita una gara.
Sarebbe stata scelta come divinità protettrice quella di loro che avesse fatto alla città il dono più utile. Posìdone allora, con un colpo di tridente, fece scaturire sull'Acropoli, l'altura sacra di Atene, una fresca sorgente, e, subito dopo, fece uscire da terra un cavallo, animale che, allora, era ancora ignoto in Grecia.
Atena a sua volta, fece sorgere un ulivo: e gli ateniesi diedero a lei la vittoria. Gli uliveti, infatti, furono la ricchezza di Atene nei tempi più antichi. Questa gara avvenne al tempo in cui regnava in Atene il re Cècrope, figlio della Terra, dal corpo umano e le gambe di serpente, come tutti coloro che, nel mito greco, erano nati dal suolo. Questi riuscì a riconciliare i due dèi e fece costruire un tempio sul luogo in cui era avvenuta la gara, a memoria di un fatto così importante.
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Inno al Nilo
Lode a te, o Nilo, che esci dalla terra e giungi a
sostentare l’Egitto: di natura misteriosa, tenebra di giorno.
Tu che irrighi le campagne; tu che Ra ha creato per sostentare tutto il bestiame. Tu che bagni il deserto, che è lontano dall’acqua; la sua rugiada è acqua che cade dal cielo.
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