Inno al Nilo
 
Lode a te, o Nilo, che esci dalla terra e giungi a sostentare l’Egitto: di natura misteriosa, tenebra di giorno.

Tu che irrighi le campagne; tu che Ra ha creato per sostentare tutto il bestiame. Tu che bagni il deserto, che è lontano dall’acqua; la sua rugiada è acqua che cade dal cielo.

 

Tutankhamon


Tutankhamon ("perfetta la vita di Amon" o anche "immagine vivente di Amon"), faraone bambino della XVIII dinastia e destinato da una serie di circostanze a imperitura celebrità, fu genero e forse anche figlio adottivo di Akhenaton. Salito al trono ad appena 9 anni, regnò per un decennio, durante il quale la rivoluzione religiosa posta in atto dal suo predecessore venne totalmente annullata: Amon tornò ad essere considerato la divinità principale, gli antichi dèi furono riabilitati, anche se non si pose in atto alcuna persecuzione nei confronti di Aton, Tell el-Amarna venne abbandonata in favore di Menfi e il clero poté tornare ad esercitare la propria, indiscussa autorità. Tuttavia, i veri sostenitori del giovanissimo faraone non furono tanto i sacerdoti, quanto piuttosto i militari, che ritenevano indispensabile una convinta opera di pacificazione per risollevare la situazione internazionale del paese. Non è dunque un caso che al giovanissimo Tutankhamon, morto ad appena 19 anni per cause rimaste ignote, siano succeduti prima Kheperkheprure Ay, un comune cittadino distintosi per singolari capacità militari, che ne sposò la vedova, e quindi Djeserkheprure Horemheb, già capo dell’esercito, che poteva vantare l’incondizionato appoggio dei sacerdoti di Amon. E forse, proprio la mania di grandezza di Ay assicurò a Tutankhamon l’eternità della fama. Il successore del giovane faraone, infatti, volle impossessarsi del maestoso monumento funebre che già era stato apprestato per lui nella Valle dei Re, cedendogli in cambio la propria ben più modesta tomba. Proprio per le sue ridotte dimensioni, quest’ultima, dopo un primo tentativo di saccheggio, finì per essere interrata, persa di vista e dimenticata da tutti per secoli. Così, quando nel 1922 gli inglesi Carnarvon e Carter la riportarono alla luce, lo splendido apparato funebre che essa conteneva risultò straordinariamente intatto. L’autentico tesoro che essa ci ha restituito (e che oggi è conservato al Museo del Cairo), unito alla leggenda della maledizione che si sarebbe abbattuta sui profanatori di questa tomba, ha consegnato definitivamente il faraone bambino agli onori della gloria.

Sulle tracce di Tutankhamen
 Valle dei re, Egitto 1339 a.C. circa.


Il re è morto.
Tutankhamen, il re ragazzo che ha regnato sull’Impero per appena nove anni, è morto.
Ci vogliono 70 giorni, questo il periodo di lutto nazionale, per lavare e purificare il suo corpo ad opera degli imbalsamatori reali. Vengono rimossi prima i tessuti molli e viscere, tolti dal lato sinistro dell’addome, in seguito la carcassa viene prosciugata dai liquidi, il cervello, estratto dal cranio, attraverso le narici, viene gettato via mentre gli altri organi stomaco, reni, fegato e intestini,vengono conservati in piccole bare a forma di mummia, poste accanto al faraone.

Solo il cuore rimane al suo posto, in modo che il re possa leggere le formule magiche mentre esce dalla tomba. Appena completato questo procedimento, il corpo viene avvolto per 35 gg in un letto di natron, sodio e sale naturale affinchè i fluidi restanti vengano assorbiti dalla mistura.

A questo punto il corpo è pronto per essere trasferito a Per-Nefret, luogo della beatificazione, dove viene imbalsamato con oli pregiati, resine e spezie, ricucito e avvolto in strati e strati di bende, in mezzo a ciascuna di esse viene posta una moltitudine di amuleti e talismani protettivi.

Al termine del processo di imbalsamazione e di mummificazione, il corpo è preparato per il suo ultimo viaggio verso la Valle dei re. Sulla fronte del re viene posto un diadema e una maschera funebre ricopre il capo, due mani d’oro, che tengono il pastorale e la verga del re, sono incrociate sul petto.

Tutto è pronto per il viaggio…

...Sotto un baldacchino colorato, il corpo mummificato del re viene trasportato su una slitta di legno trainata da 12 uomini.

 
La processione si arresta dinanzi alla tomba designata, vengono sistemate tutte le suppellettili funebri e dopo una serie di riti avviene la sepoltura.

Al termine vengono innalzate e attivate due statue-sentinelle che raffigurano il KA, o fantasma, e vengono poste su ciascuno dei due lati dell’entrata nella camera funebre come guardiani dell’ultimo luogo di riposo del re.

Tutte le entrate vengono sigillate con pietre di protezione, pareggiate con calce e sigillate con i simboli di Tutankhamen. Alla fine, il re morto, può essere lasciato in pace.

Gli anni passano ma le spoglie mortali del faraone non vengono mai violate. I luoghi in cui si trovano i suoi resti terreni, vengono ben presto dimenticati e circa 200 anni dopo, una tomba molto più grande, quella del faraone Ramesse VI, viene scavata direttamente nella roccia che sovrasta quella di Tut. Le baracche degli operai costruite proprio sopra l’entrata nascosta della tomba più piccola, rendono vano ogni possibile tentativo di scoprirla.

E Tutankhamen rimane indisturbato per lunghissimi anni, fino a quando, un giorno, l’inglese Howard Carter inizia a scavare nella Valle dei re…

Il farone dimenticato, (in quanto il suo nome non appariva nell’elenco dei re nelle ricostruzioni delle dinastie egizie) viene ritrovato, e il 30 Novembre 1922 la stampa inglese può dare la strepitosa notizia: Howard Carter giunge vittorioso al termine della più grande avventura dell’archeologia, la tomba viene trovata con apposti, ancora, tutti i sigilli regali.
Oltre il muro strani animali, scheletri umani, vasi di alabastro ecc…e sotto il sarcofago la mummia perfettamente conservata di Tut.