Inno al Nilo
 
Lode a te, o Nilo, che esci dalla terra e giungi a sostentare l’Egitto: di natura misteriosa, tenebra di giorno.

Tu che irrighi le campagne; tu che Ra ha creato per sostentare tutto il bestiame. Tu che bagni il deserto, che è lontano dall’acqua; la sua rugiada è acqua che cade dal cielo.

 

I Sacerdoti factotum del dio

I sacerdoti facevano parte dell’apparato burocratico dello stato e avevano una precisa gerarchia. Prestavano servizio un trimestre all’anno e per il resto del tempo si mescolavano alla vita delle città.
 
Rasati, depilati e circoncisi, vestiti di puro lino, tenuti a rifuggire da ogni contatto sessuale durante il servizio al tempio, versati in teologia, gli uomini del clero potevano essere grandi amministratori, primi, secondi, terzi, quarti profeti del dio, ovvero purificatori, scribi, astronomi che fissavano il momento delle cerimonie, specialisti nel riconoscere i giorni fausti o nefasti ed, ancora, cantori, musici d’arpa, di flauto o di tromba. 
 
Per le donne vi era un ruolo temporaneo di cantatrici sacre e, nell’epoca tarda, quello di "sposa divina di Amon," o "adoratrice del dio", che toccava a una delle figlie del re, tenuta per questo alla verginità. La sposa divina sedeva sulle ginocchia della statua del dio e adottava come figlia una principessina che le sarebbe poi succeduta. 
 
Era, inoltre, circondata da un harem di vergini, che a loro volta diventavano madri adottive delle bambine che le avrebbero, in seguito, sostituite. Oltre alle feste e agli onori, alla "sposa divina" toccavano anche mille ettari di terra, situati in varie parti dell’Alto Egitto e del Delta.