Inno al Nilo
 
Lode a te, o Nilo, che esci dalla terra e giungi a sostentare l’Egitto: di natura misteriosa, tenebra di giorno.

Tu che irrighi le campagne; tu che Ra ha creato per sostentare tutto il bestiame. Tu che bagni il deserto, che è lontano dall’acqua; la sua rugiada è acqua che cade dal cielo.

 

La leggenda di Eracle (Ercole)

La fantasia del popolo greco non si limitò a creare solo bei racconti sulle divinità, essi idealizzarono anche i capostipiti delle loro stirpi e delle famiglie più illustri, molti dei quali fecero discendere dagli stessi dei, e di questi "eroi", come li chiamavano, ossia uomini per eccellenza, raccontarono storie più o meno meravigliose, ossia leggende.

Queste leggende si possono dividere in due gruppi: quelle che riguardano l'insieme dei popoli greci e i cui eroi principali rappresentano più o meno tipi ideali nei quali tutti i Greci riconoscevano i caratteri della loro stirpe; e quelle che sorsero nelle varie regioni della Grecia raccogliendone le diverse tradizioni.

Le prime formano il gruppo di leggende nazionali, le seconde sono le leggende regionali. Cominceremo con le leggende nazionali che si possono riunire in tre cicli fondamentali: il ciclo di Eracle, il ciclo degli Argonauti e quello della guerra di Troia. In questo capitolo avvicineremo il primo ciclo, che riguarda le vicende di colui che si può considerare il vero eroe nazionale della Grecia.


L'infanzia di Eracle.
Eracle, ricorderemoera figlio di Zeus e della regina Alcmena, moglie di Anfitirone, re di Tirinto, che, in quel tempo, era esule in Tebe presso il re Creonte. Alcmena lo mise al mondo insieme a un fratellino, Ificle, il quale però era figlio di Anfitrione; e questo buon re li educò entrambi con lo stesso affetto.

Eracle cominciò assai presto a da prova delle sue particolari doti di forza e di coraggio. Aveva appena otto mesi quando Era, che lo odiava come odiava quasi tutti i figli che il marito aveva avuti da donne mortali, mandò contro di lui due serpenti perchè lo soffocassero tra le loro spire. Ma il fanciullino non si sgomentò affatto e, afferrati i due animali per il collo, li strangolò tranquillamente mentre Ificle, vicino a lui, urlava di spavento.

Passarono gli anni e l'eroe divenne un giovanetto abilissimo nel cavalcare, nel tirar d'arco, nella lotta, nel pugilato, insomma in tutti gli esercizi sportivi. Era alto di statura e possedeva una forza eccezionale: per questo, probabilmente, il suo maestro di musica, Lino, non ebbe fortuna con lui. Eracle non riusciva a toccare le corde della cetra con la necessaria delicatezza, finchè , un brutto giorno, consegnò bruscamente lo strumento al musico perchè se lo portasse via una volta per sempre. Purtroppo il gesto fu troppo violento, e Lino, colpito alla testa dalla cetra, cadde a terra morto.


E la storia continua....Le prime imprese di Eracle