Inno al Nilo
 
Lode a te, o Nilo, che esci dalla terra e giungi a sostentare l’Egitto: di natura misteriosa, tenebra di giorno.

Tu che irrighi le campagne; tu che Ra ha creato per sostentare tutto il bestiame. Tu che bagni il deserto, che è lontano dall’acqua; la sua rugiada è acqua che cade dal cielo.

 

Estìa

E' questa la dea più semplice e modesta che ebbero i greci, protettrice del focolare domestico e dell'intimità familiare. I Romani la chiamarono Vesta, mantenendo così quasi inalterato il nome greco. Secondo il mito fu la primogenita di Crono e Rea, e, come la più anziana dei Cronìdi, le spettava una più profonda venerazione da parte degli uomini e un particolare rispetto da parte degli dèi.

In realtà era una divinità molto antica: voi sapete che il fuoco ebbe una grande importanza nel costituirsi delle prime famiglie, e il focolare, presso tutti i popoli, fu simbolo dell'unione familiare. Nessuna meraviglia, dunque, se troviamo nell'Olimpo greco una divinità del focolare particolarmente onorata.

Su Estìa si può dire che non esistano miti: una dea che protegge la serenità delle famiglie non può avere una vita avventurosa. Apollo e Posìdone la corteggiarono per qualche tempo, ma invano: Estìa affermò che non desiderava andare a nozze perchè, date le abitudini degli dèi, i quali a cominciare da Zeus, avevano sempre varie spose. avrebbe dato un cattivo esempio agli uomini. Meglio dunque rimanere zitella. E tale rimase. I Greci la raffigurarono sotto l'aspetto di una giovanne donna serena in volto, chiusa in veli che spesso le coprivano anche la testa.


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