Inno al Nilo
 
Lode a te, o Nilo, che esci dalla terra e giungi a sostentare l’Egitto: di natura misteriosa, tenebra di giorno.

Tu che irrighi le campagne; tu che Ra ha creato per sostentare tutto il bestiame. Tu che bagni il deserto, che è lontano dall’acqua; la sua rugiada è acqua che cade dal cielo.

 

Il mito di Giacinto

La morte di Giacinto. Benjamin West ( 1771 )

Sfortunato nell'amore, Apollo lo fu anche nell'amicizia. Aveva molto caro un giovane principe sparatano, Giacinto, figlio di un re di Sparta, e spesso si esercitava con lui in giuochi sportivi come il lancio del disco e del giavellotto.

Un giorno che si divertiva con lui a lanciare il disco, li scorse Zèfiro, piccola divinità del vento, che da tempo era geloso di quella amicizia. Con il suo alito, Zèfiro deviò allora il disco lanciato da Apollo e lo guidò a colpire alla testa il disgraziato Giacinto, che cadde esanime.

Pieno di angoscia, Apollo volle che il ricordo  dell'amico restasse imperituro e, dal suo sangue, fece sorgere un fiore, il giacinto, che reca impresse sui petali le lettere AI AI, ossia le grida di dolore del dio.

E' probabile che Giacinto fosse un antico dio mediterraneo e che il mito voglia alludere alla fine del suo culto, soppiantato dal culto di Apollo. Nella Laconia vennero poi celebrate ogni anno feste in onore dello sventurato giovanetto, dette" iacinzie".


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