Inno al Nilo
 
Lode a te, o Nilo, che esci dalla terra e giungi a sostentare l’Egitto: di natura misteriosa, tenebra di giorno.

Tu che irrighi le campagne; tu che Ra ha creato per sostentare tutto il bestiame. Tu che bagni il deserto, che è lontano dall’acqua; la sua rugiada è acqua che cade dal cielo.

 

Zeus


 Dio del cielo e il signore degli dei del monte Olimpo, corrispondente al dio romano Giove. Secondo Omero, Zeus era il creatore, il protettore e il signore tanto degli dei olimpici quanto del genere umano, nonché il re del cielo, il dio della pioggia, il raccoglitore delle nubi e il dispensatore dei fulmini; il dio si proteggeva il petto con l'egida e veniva simboleggiato dall'aquila e dall'albero di quercia. I principali luoghi a lui consacrati erano a Dodona, nell'Epiro, terra di querce e antichissimo santuario famoso per il suo oracolo, e a Olimpia, dove in suo onore si celebravano ogni quattro anni i giochi olimpici.

La leggenda di Zeus
Secondo una leggenda Zeus era figlio di Crono e di Rea, ma era stato profetizzato sia dalla Madre Terra, sia da Urano morente, che uno dei figli di Crono l’avrebbe detronizzato. Ogni anno, dunque, egli divorava i figli generati da Rea: prima Estia, poi Demetra ed Era, poi Ade ed infine Posidone.
Rea era furibonda e quando partorì Zeus, avvolse una pietra nelle fasce facendola mangiare a Crono il quale credette di mangiare suo figlio, e affidò il bimbo alla Madre Terra che portò Zeus a Litto, in Creta, e lo nascose nella grotta Dittea sulla collina Egea. Qui Zeus fu affidato alle ninfe Adrastea e Io, le quali lo allevarono fino a quando divenne grande.
Ma Crono sospettò la verità e si mise alla ricerca di Zeus, non riuscendo però a trovarlo, perchè Zeus trasformò se stesso in serpente e le nutrici in orse. Raggiunta la maturità volle tornare per vendicare i suoi fratelli e si fece passare per coppiere, in questo modo potè mescolare una sostanza alle bevande di Crono il quale dopo aver bevuto molto, vomitò prima la pietra, poi i fratelli e le sorelle maggiori di Zeus.
Così riuniti, tutti insieme, fecero guerra ai Titani, una guerra che durò circa dieci anni, infine la Madre Terra profetizzò la vittoria di suo nipote Zeus, se egli si fosse alleato a coloro che Crono aveva esiliato nel Tartaro. Zeus così fece, liberò i Ciclopi e i giganti centimani, ed essi diedero a Zeus la folgore, arma invincibile ad Ade un elmo che rende invisibile e a Posidone un tridente.
Così armati con l’aiuto dei giganti gli dei sconfissero Crono e tutti i Titani e li esiliarono nelle isole britanniche sotto la sorveglianza dei giganti centimani e Zeus pose a Delfi la pietra vomitata da Crono.