Inno al Nilo
 
Lode a te, o Nilo, che esci dalla terra e giungi a sostentare l’Egitto: di natura misteriosa, tenebra di giorno.

Tu che irrighi le campagne; tu che Ra ha creato per sostentare tutto il bestiame. Tu che bagni il deserto, che è lontano dall’acqua; la sua rugiada è acqua che cade dal cielo.

 

Il cantiere segreto


Il villaggio di Deir el-Medina sorgeva in una stretta valle isolata e priva d’acqua a ovest di Luxor, ai piedi della montagna dove furono scavati i sepolcri del Nuovo Regno. Gli operai e gli artisti, che lavoravano alle tombe della Valle dei Re, vivevano con le loro famiglie nel villaggio di Deir el-Medina, posto in un vallone laterale ai piedi della montagna. Poiché il segreto delle sepolture doveva rimanere inviolato, la comunità era ben sorvegliata, fornita di ogni necessità ma tenuta praticamente segregata. Il villaggio, che era circondato da un muraglione di mattoni e fango con un’unica porta di accesso, ospitò fino a più di 1000 abitanti, dei quali solo una parte lavorava alla necropoli.

Ai manovali, sterratori, capimastri, architetti, scultori e pittori si affiancavano gli scribi, incaricati dell’organizzazione del lavoro, i responsabili dei magazzini pieni di materiali (pigmenti colorati, attrezzi di rame, legname per le impalcature ecc.), gli addetti ai servizi comuni, come i trasportatori d’acqua e i guardiani del bestiame, e le donne che coltivavano il grano per il pane e l’orzo per la birra. Tutti gli altri beni di consumo, primo tra tutti il sale, arrivavano dall’esterno e costituivano la paga mensile dei lavoratori. Consapevoli della loro importanza, in quanto costruttori delle dimore eterne, gli operai di Deir el-Medina sapevano far valere i loro diritti e in situazioni estreme ricorsero persino allo sciopero. Prima di essere abbandonato intorno al 1080 a.C. e dimenticato sotto le sabbie, Deir el-Medina era rimasto attivo per quasi 500 anni.