Inno al Nilo
 
Lode a te, o Nilo, che esci dalla terra e giungi a sostentare l’Egitto: di natura misteriosa, tenebra di giorno.

Tu che irrighi le campagne; tu che Ra ha creato per sostentare tutto il bestiame. Tu che bagni il deserto, che è lontano dall’acqua; la sua rugiada è acqua che cade dal cielo.

 

Come comprendere il volere degli dei

Nel rapporto tra uomo e divinità l’uomo può e deve solo adeguarsi alla volontà divina, da qui la ricerca:

1. dei “segni” mediante i quali la divinità si manifesta
2. del modo di interpretare correttamente tali segni.

Per rispondere a questo duplice interrogativo gli Etruschi si erano creati un insieme di dottrine e norme raccolte, verso la fine della civiltà, in diversi testi, i “libri sacri” (conosciuti dai romani antichi, e di cui oggi ci rimangono solo frammenti). I testi raccolti in tali libri non sono presentati come una interpretazione del messaggio divino, ma vengono presentati come una sua rivelazione diretta. Per esempio il testo contenuto nei “Libri haurispicini” (dedicati all’arte di interpretare la volontà divina dalla osservazione delle interiora, in particolare del fegato, degli animali) deriva dalla trascrizione esatta di quanto dettato da Tagete (personaggio di natura semidivina).

La religione etrusca come religione rivelata.

E’ importante sottolineare il carattere di “religione rivelata” che possiede la religione etrusca, rispetto a quella greca e romana, che invece non sono rivelate.
Se i “Libri haurispicini” erano attribuiti alla rivelazione di Tagete, alla ninfa Vegonia veniva ricondotta l’origine dei “Libri fulgurales” che davano delle indicazioni sul come conoscere la volontà divina dall’osservazione dei fulmini.

L’importanza di adeguarsi al volere divino.
Per l’uomo etrusco il massimo dovere consisteva nel cercare di conoscere il proprio destino e nel vivere in conformità ad esso, vita religiosa e vita civile sono perciò strettamente legate, gli stessi libri sacri contengono una serie di norme e leggi che regolamentano i rapporti tra gli uomini, dalla proprietà, all’ordinamento militare. Tutto è regolato dalla religione, vita individuale e comunitaria. Addirittura in alcuni libri sacri i “Libri fatales” era indicato il limite massimo di vita per l’uomo (70 anni), per coloro che oltrepassavano il limite si verificava una specie di divisione dell’anima dal corpo, i riti propiziatori e le altre forme di devozione agli dei non avevano più effetto presso la divinità. Come per l’uomo anche per lo Stato vi era un limite massimo di vita, dopo 1000 anni di vita ogni Stato era destinato a sparire. Probabilmente anche per tale motivo essi accettarono, senza opporvisi come avrebbero dovuto, la conquista da parte di Roma.
Da non dimenticare i “Libri Rituales”, che contenevano l’elenco ed una descrizione scrupolosa e dettagliata dei riti religiosi da seguire in particolari occasioni. I “Libri Acherontici”, sul mondo dell’oltretomba.“Ostentaria”, sull’interpretazione dei prodigi.