Inno al Nilo
 
Lode a te, o Nilo, che esci dalla terra e giungi a sostentare l’Egitto: di natura misteriosa, tenebra di giorno.

Tu che irrighi le campagne; tu che Ra ha creato per sostentare tutto il bestiame. Tu che bagni il deserto, che è lontano dall’acqua; la sua rugiada è acqua che cade dal cielo.

 

Iside

Iside era la dea più popolare del pantheon egizio anche se delle sue origini si sa poco o nulla


Iside fu introdotta nell’Enneade di Eliopoli in quanto figlia di Geb e Nut, moglie di Osiride, e sorella di Seth e Nefti. Poi le fu assegnato il ruolo di dea protettrice, ella custodiva i quattro angoli dei sarcofagi reali insieme a Nefti, Neiti e Selkis; proteggeva il fegato mummificato dei defunti; e con Nefti era la prefica divina. Il ruolo di piangitrice e di protettrice dei morti derivava dalla connessione con Osiride e dalla ricerca del suo corpo dopo che questi era stato ucciso da Seth.
Iside era spesso raffigurata con le braccia tese che cingevano Osiride o come madre che allattava suo figlio, Horo, rappresentazioni che la rendevano il prototipo della moglie fedele e madre devota. La dea si trasformava spesso in un nibbio al fine di infondere l’alito della vita nel marito Osiride e questo portò a raffigurarla sotto forma di donna con le ali.
Il più famoso tempio è quello sull’isola di File che fu eretto dal faraone Nectanebo I, ma anche i Lagidi e gli imperatori romani apportarono il loro contributo, e sotto Giustiniano la grande sala ipostila fu trasformata in una chiesa.